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Archivio 2009

24/12/2009 Ecco come è andata.



24/10/2009

Acqua privatizzata

di Alex Zanotelli

Firma

Scrivi Aderisco

21/10/2009


Quasi nel 2010, mi devo sentir dare del terrone, così, a gratis.
Uno di quelli che sanno parlare.
Mentre cerco di tirare la carretta con i miei poveri ma dignitosi mezzi, con l'illusione orgogliosamente donchisciottana che comunque bisogna salvare il salvabile.
E mi addormento nell'incubo: stanno motosegando il mondo per sostituirlo con un immenso green per i ricchi soci di un club di golf.
beppe

09/10/2009

Il nostro santo “S.Corrado” è umile, le nostre piante sono umili, il nostro popolo è semplice e dolce, naturalmente.
Come emigrati e figli di migranti abbiamo subito il razzismo, in solitudine e senza sconti; come cittadini, dimenticati, l'assenza dello stato.
Oggi vedo una grande fragilità e paura del futuro; mascherata a volte da una rozzezza adolescenziale.
Il nostro territorio è rimasto paralizzato per anni, un'aristocrazia gonfia e pesante, un clero lontano dagli insegnamenti del Cristo ne hanno minato la crescita culturale.
Per anni il “Viddhano” bracciante, uomo di fatica ha subito l'ostracismo di queste classi.

Continua...............beppe11 chiocciola notarte.com



08/10/2009 Poesia

Raccolta la ciotola vuota
bevo sogni estremi.
La vita sta da parte
in speranzosa attesa.

beppe

Primarie

Eternamente in minoranza non vedo il nuovo, il meno peggio si, la paura dell'estinzione, la sensazione del non appartenere, l' invisibilità che barboni e migranti conoscono bene.
Con un accenno di febbre suina neanche tanto noiosa, non voterò alle primarie del Pd.
Non ho sentito la cosa giusta, l'unica che potrebbe farmi tornare l'entusiasmo, un accenno al duro lavoro di creare un sistema alternativo a questo che oggettivamente è un colabrodo di rifiuti:
Immondizia materiale e mentale, rigurgiti fascisti e sessisti, arretramento nelle conquiste operaie. E' la rivincita della bestia sulla ragione, indietro, nei cunicoli della violenza e della paura, appunto, paura del nuovo e che questa danza non si fermi a costo di imbottirsi gli occhi di prosciutto.

beppe


E' sempre male interpretato!!!


Barzelletta

Primo giorno di scuola, in una scuola Americana, la maestra presenta alla classe un nuovo compagno arrivato in USA da pochi giorni: Sakiro Suzuki (figlio di un alto dirigente della Sony).

Inizia la lezione e la maestra dice alla classe: "Adesso facciamo una prova di cultura. Vediamo se conoscete bene la storia americana. Chi disse: "Datemi la liberta o datemi la morte"? La classe tace, ma Suzuki alza la mano. "Davvero lo sai, Suzuki? Allora dillo tu ai tuoi compagni!"
"Fu Patrick Henry nel 1775 a Philadelphia!""Molto bene, bravo Suzuki!"
"E chi disse: Il governo è il popolo, il popolo non deve scomparire nel nulla ?"
Di nuovo Suzuki in piedi: "Abraham Lincoln nel 1863 a Washington!"
La maestra stupita allora si rivolge alla classe: "Ragazzi, vergognatevi, Suzuki è giapponese, è appena arrivato nel nostro paese e conosce meglio la nostra storia di voi che ci siete nati!"
Si sente una voce bassa bassa: "Vaffanculo a 'sti bastardi giapponesi!!!"
"Chi l'ha detto?" chiede indispettita la maestra.
Suzuki alza la mano e, senza attendere, risponde: "Il generale Mac Arthur nel 1942 presso il Canale di Panama e Lee Iacocca nel 1982 alla riunione del Consiglio di Amministrazione della General Motors a Detroit."
La classe ammutolisce, ma si sente una voce dal fondo dire: "Mi viene da vomitare!"
"Voglio sapere chi è stato a dire questo!!" urla la maestra.
Suzuki risponde al volo: "George Bush Senior rivolgendosi al Primo ministro Giapponese Tanaka durante il pranzo in suo onore nella residenza imperiale a Tokyo nel 1991."
Uno dei ragazzi allora si alza ed esclama scazzato: "Succhiamelo!"
"Adesso basta! Chi è stato a dire questo?" urla inviperita la maestra.
Suzuki risponde impeterrito: "Bill Clinton a Monica Lewinsky nel 1997, a Washington, nello studio ovale della Casa Bianca."
Un altro ragazzo si alza e urla: "Suzuki del cazzo!"
"Valentino Rossi rivolgendosi a Ryo al Gran Premio del Sudafrica nel Febbraio 2005."
La classe esplode in urla di isteria, la maestra sviene.
Si spalanca la porta ed entra il preside: "Cazzo, non ho mai visto un casino simile!"
"Silvio Berlusconi, luglio 2008, nella sua villa Certosa in Sardegna."

Dal blog di Beppe Grillo

Punto e a capo. Il 4 ottobre 2009, San Francesco, nasce il MoVimento? a Cinque Stelle. Il 7 ottobre viene bocciato il Lodo Alfano come richiesto da uno dei punti del Programma, già esaudito solo tre giorni dopo. I Santi fanno miracoli. Il giorno 8 ottobre, Anno Zero prova ciò che molti sapevano: Borsellino era al corrente di trattative tra Stato e mafia. Questa è la ragione per cui venne ucciso in tutta fretta. La strage di via D'Amelio, 19 luglio 1992, è la data di nascita della seconda Repubblica, nel sangue di un Santo laico e della sua scorta. I mandanti politici sono ancora tra noi. I loro nomi non possono essere tenuti nascosti per sempre. E' plausibile, dato che troppi sono stati coinvolti. Un'accelerazione è nelle cose. E' tempo di MoVimento?. Non sentite il bisogno di cambiare? E' tempo di cittadini con l'elmetto. Il MoVimento? sarà in lista alle elezioni regionali in Emilia Romagna, Piemonte e, probabilmente, Campania. Entro ottobre i candidati si presenteranno sul blog. Il MoVimento? avrà presto uno Statuto e sarà possibile associarsi on line. Si potrà votare, fare proposte, conoscersi, discutere il Programma. Ognuno conterà uno. Il MoVimento? non ha bisogno di sovrastrutture, di capi mandamento, di coordinatori provinciali, regionali, intercomunali. Ognuno conta uno. Nel MoVimento? potrà entrare chiunque, alla sola condizione di non essere iscritto a un partito. I candidati alle comunali, regionali e politiche invece non dovranno aver riportato sentenze di condanna in sede penale, anche non definitive, o avere assolto più di un mandato elettorale o essere iscritti a un partito. Le Liste Civiche a Cinque Stelle che vogliono candidarsi alle amministrative 2010 potranno certificarsi come avvenuto quest'anno e saranno tutte sostenute. La politica della delega non ha più alcun senso con la Rete. Il cittadino entra in politica in prima persona. Ognuno conta uno. Il MoVimento? è la somma di uguali. PDL e PDmenoelle si stanno accordando per chiudere ogni spazio, ogni pertugio, fessura di democrazia. Alle regionali vogliono uno sbarramento del 4% e premi per le coalizioni. Lo psiconano pensa di contare più di uno. I suoi complici del PDmenoelle pensano di contare più di uno. I suoi servi del centrodestra sono certi di contare più di uno. Noi contiamo uno, uno alla volta, uno tutti insieme. La democrazia in Italia non c'è mai stata, forse è ora di provarci. Di cominciare il lavoro. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.


Noto

Senza nostalgia perchè a me sconosciuta, la vivo come un turista stupito di tanta bellezza anche se sono qui da prima degli ulivi.
Noto è bella nonostante tutte queste auto parcheggiate, con i suoi negozzi quasi tristi; assonnata tra le magnifiche chiese.
E' il confine irreale, desiderato.
Dalle terrazze d'Agosto, assolate, quanto giallo e blu intenso sopra e all'orizzonte: oro le pietre e cangiante il mare.
Non potrei vivere altrove perchè qui le dissonanze folli e senza etica del mondo arrivano lontane, il tramonto di un sistema iniquo e senza futuro non scalfisce questa pietra, perchè non c'è mai stato un futuro per chi non ha voce.

beppe




Tutta a destra

Inoffensivi, come pecorelle nel recinto, senza Dio, beliamo.
Come topi intrappolati ci mordiamo.
Un triste spettacolo.
Abbiamo ceduto alle lusinghe del capitalismo; chi più, chi meno.
Tutti coinvolti.
Ora cerchiamo le sottili differenze; i distinguo.
Chiniamo la testa e flagelliamo il nostro io, rendiamolo incapace di offendere le sensibilità, le vite cresciute tra gli sterpi.
I vermi si ingozzano allegri.
La putrefazione ci attende per creare nuova linfa vitale.
Un misero inizio per una lunga lotta con le sole armi dell'intelligenza.

beppe


Empatia

La crescente difficoltà a provare empatia rappresenta il limite al concretizzarsi di ideali comuni.
La filosofia che sostiene l’”ecovillaggio” è teoricamente condivisa da molti (laici-cattolici), ciò significa che in sé ha l’energia potenziale di proporsi come ideologia trasversale, di contro il risultato dell’espansione degli “ecovillaggi” è assai scarso (considerando che possiamo considerarli come evoluzioni delle comuni del 68, se ne parla da più di vent’anni e la rete europea che li collega data 1996). L’esempio italiano: circa 22 ecovillaggi censiti con una media (in eccesso) di circa venti individui residenti, per un totale di circa 500 persone, in termini percentuale rappresentano lo 0,008% della popolazione italiana, ciò significa che solo uno ogni centomila formalizza questo percorso.
La logica domanda che ne consegue è: “Se l’idea è buona, quali sono i motivi che ne impediscono il decollo?”

La mia riflessione è la seguente: nonostante l’ideale condiviso sia comune a tutti, la difficoltà/incapacità di stabilire relazioni basate sul rispetto reciproco, l’assortimento caratteriale, uniti a scarsa empatia, creano un ambiente altamente disomogeneo che induce i singoli individui a ritirarsi.

Postulato: la sola condivisione d ideali non rappresenta una garanzia per la costituzione di un gruppo semi-convivente saldo.
Propongo un esempio, che ciascuno ha sperimentato, per chiarire l’importanza di affinità caratteriali all’interno di un gruppo semi-convivente: chiunque abbia partecipato a gruppi di discussione, incontro o quant’altro ha percepito che ogni partecipante ci trasmetteva sensazioni. In tale contesto le persone cui ci siamo avvicinate per curiosità erano prevalentemente quelle che ci avevano trasmesso stimoli positivi; da questo primo approccio può scaturire un desiderio di conoscenza dell’altro basato essenzialmente sulla quantità di sensazioni positive che riusciamo a percepire. Il rinforzo delle sensazioni positive permette di stabilire un legame affettivo e intimo fino ad interpretare quella persona amica. Sentire l’altro amico favorisce un ampio grado di libertà espressiva esente da giudizio.
Se l’elemento di unione del gruppo è rappresentato solo dall’ideale ha scarsa possibilità di evolvere in un gruppo affiatato capace di una vita semi-convivente, le discussioni, le ostilità, le tensioni ecc. offuscherebbero la possibilità di vivere in maniera olistica (uno dei traguardi previsti dalla filosofia che sostiene chi condivide l’ideale di “ecovillaggio”).

Se la selezione per attuare la semi-convivenza di un nutrito gruppo di individui avviene sfruttando la sinergia tra: condivisione di ideale e sensibilità caratteriali simili, la probabilità di successo, a mio avviso, aumenterebbe enormemente.

Rincorrere la formazione di un gruppo semi-convivente basata solo sulla condivisione di ideali ripropone lo schema terrifico della famiglia, anzi della grande famiglia costellata da nonni, zii, cugini,ecc. la famiglia terrifica si basa sul tener fede all'ideale famiglia; tutti sappiamo i danni individuali ereditati da tale ideale. Quindi se l’ideale temporalmente più antico della società: “ideale famiglia” non ha raggiunto lo scopo di creare un gruppo sinceramente affiatato e libero, al suo interno, dalle convenzioni sociali, figuriamoci l’assortimento di individui caratterialmente eterogenei e non sostenuti dai legami affettivi, presenti nella famiglia, quali conflitti personali può generare. Posso condividere parte del mio tempo con le personalità più disparate, ma difficilmente ci conviverò, sceglierò per lo scopo persone con sensibilità simile alla mia, uniti ad ideali condivisi.

All’interno di una comunità quali possono essere i temperamenti più ostici, quelli che più frequentemente suscitano antipatia? Un sentimento che spesso traghetta al rifiuto di quell’individuo. Potrei azzardare: chi soffre di protagonismo. (ritengo che ci sia una relazione direttamente proporzionale tra la scala del protagonismo e quella dell’insicurezza).
Il “protagonista” si pone all’interno del gruppo come leader: non viene investito della leadership dagli altri partecipanti, si arroga il diritto di essere leader, neppure lo sfiora il dubbio che potrebbe esserci qualcun altro più adatto.
Secondo voi si sceglie di vivere in maniera sperimentale, privandosi di alcune opportunità e comodità, per poter sopportare gli ovvi soprusi individuali tipici della società capitalista e amplificati dalla globalizzazione? Io credo di no, il prezzo individuale, in termini di coerenza, diventerebbe altissimo e il mitico punto: l’armonia si raggiunge cercando di vivere in maniera olistica, sarebbe non calpestato, ma abolito.
Vivere in pieno contatto con la natura, godendone, include vivere in pieno contatto, godendone, con gli altri individui che partecipano al progetto comunitario; e qui torno alla frase iniziale, una sensibilizzazione allo sviluppo individuale dell’empatia può essere la base per costituire gruppi semi-conviventi.
Antonella Melchiori.




Nel mondo ci sono poche migliaia di super-ricchi.

La comunità mondiale paga un prezzo insopportabile e pare non avere armi per difendersi da questi signori generati dal capitalismo finanziario irresponsabile e sono loro ad influire in maniera determinante sulla vita politica e sociale grazie alla grande disponibilità di capitale.
Furono la Thatcher e Reagan i primi a liberalizzare i movimenti di capitale.
Il mercato non è fallito per colpa delle borse, ma perché non si è stati capaci di creare un economia nel rispetto dell’ambiente e socialmente etica.
E’ a rischio la già traballante Democrazia.
Le Corporazioni stanno diventando più potenti degli Stati nazionali.

Statistiche?

2007 Prodotto lordo mondiale: 47 trilioni di dollari
Vendite prime 250 imprese multinazionali: 15 trilioni
5 imprese hanno il prodotto lordo di 200 stati del mondo
166 imprese vendono per 50 miliardi di dollari
60 stati hanno un prodotto lordo di 50 miliardi di dollari
Spesa per la pubblicità:
500 miliardi di dollari 1,3% del Prodotto lordo mondiale
7 volte la ricerca sanitaria (70 miliardi di dollari)
Più della spesa militari U.S.A. (425 miliardi di dollari)

L’attentato a Bombay è stato un chiaro segnale, la scintilla è scoccata prima dell’inizio del mandato di Obama, le tensioni internazionali potranno solo aumentare esacerbate dalle difficoltà economiche, ne sono una prova i bombardamenti che in queste ore colpiscono la Palestina.


2009


Ecco il 2009

Bruceremo il vecchione, il passato, con gioia, quel 2008 che pare averci tolto il prosciutto dagli occhi e dalle nostre tavole. Quando era arrivato per i padroni del mondo il momento di dare, per ripagare i danni fatti all’umanità e alla natura, si presenta la crisi, con lo spettro della disoccupazione e della fame, anche per chi credeva quello fosse un problema da terzo mondo.
Non c’era bisogno di essere delle Cassandre per prevedere che lo spreco e la cupidigia avrebbero portato solo danni e che anni di politica connivente con il potere economico e di informazione pilotata avrebbero rimbecillito chi ancora crede nella sacralità delle libere elezioni.
Oggi, ora, cosa ci può rendere positivi se non la coscienza che in questa barca sabotata siamo in tanti e che la solidarietà ci può salvare, gettando la diffidenza e riconoscendoci come un unico popolo. Non sono più i tempi della ghigliottina o delle avanguardie, ma è venuto il tempo delle scelte. Continueremo a sprecare imboniti da venditori pagliacci, oppure cercheremo nei sacri valori dell’umanità una risposta alle barbarie. Buon anno a tutti.
Beppe Cavarra



Perché scrivere?

Credo che le risposte possano essere tante quante sono le persone che lo fanno, è un gesto intimo e solitario, pensieri ed esperienze frullate nel tempo si fermano e danno alla pagina il peso di esistere in eterno; potrà rimanere in fondo ad un cassetto per anni timida e scolorita, oppure viaggiare su internet, non è importate, quello che conta è che abbiamo avuto il coraggio di scriverla.
Ci sono stili da evitare come quello burocratico, disturba l’eccessivo soggettivismo o il dogmatismo. Chi narra, perché è del romanzo che si sta parlando non dovrebbe essere arrogante e nemmeno orgoglioso, premuroso, pigro, apatico, dovrebbe essere semplice e chiedersi sempre se quello che scrive ha un cuore.
Si scrive per raccontare qualcosa che ci ha colpito, per trasmettere un’emozione e ancora perché la morte ci sembra ingiusta. Quello che conta è farlo. Se però si vuole confezionare un prodotto e si pensa ad un pubblico smaliziato come quello moderno, allora c’è dell’altro, molto meno poetico, anzi tremendamente pratico che può far desistere i più sensibili e spingerli senza infamia a lasciare ingiallire quei fogli.
Beppe Cavarra




pagina creata da: system ultima modifica: Thursday 04 of Febbraio, 2010 [09:24:25 UTC] di beppe

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