Diario a Sud 15/12/2010
Nel silenzio
all'ombra di un dolore intimo
accetto il bagliore accecante di un pensiero libero
mi nutro di esso senza altro sperare.
beppe
Diario a Sud 22/11/2010
Foto di Kò
"Il corpo sa tutto quello che deve sapere"
U.G.
Krishnamurti (cache)
Il corpo è capace di percezioni e sensazioni straordinarie. Non so chi l'ha creato. Ma è una meraviglia.
...
Quando l'organismo si è liberato dalla stretta mortale del pensiero, ogni vostro tentativo di creare pace e armonia produce soltanto confusione e violenza. Sarebbe come ricorrere alla guerra per portare pace in un mondo che è già pacifico per conto suo.
...
Il controllo sul corpo, esercitato dal pensiero, ha distrutto negli esseri umani la possibilità di diventare completi in se stessi.
...
Il pensiero non è lo strumento idoneo per vivere in armonia con la vita che ci circonda.
...
Il nostro nemico è il pensiero. Nella lunga corsa, il nostro credo, la nostra speranza, la nostra fede che il pensiero potesse aiutarci nel risolvere i problemi che ha creato è un'idiozia.
Anche l'idea che voi dobbiate controllare il vostro pensiero per raggiungere uno stato di pace senza pensieri è stato creato dalla mente, affinché essa possa mantenere la sua continuità mediante qualche piccola esperienza, qualche stato privo di pensieri creato dalla stessa mente.
Non è con la mente che potete sbarazzarvi della mente.
Noi pensiamo di sapere molte più cose di quante ne sappia il nostro corpo, e questo è il motivo per cui gli abbiamo creato tanti problemi. Il corpo sa tutto quello che deve sapere. Non ha bisogno di imparare niente da noi. Se potessimo capire questa semplice relazione che esiste tra il pensiero e il corpo, allora probabilmente lasceremo il corpo funzionare da solo. Il pensiero può soltanto creare problemi, non può aiutare a risolvere problemi. Nella sua essenza il pensiero è fascista. È un meccanismo che vuole controllare tutto ed è interessato principalmente alla sua sopravvivenza, ma è fondamentalmente in opposizione con il funzionamento di questo organismo vivente.
L'intelligenza straordinaria dell'organismo biologico è tutto quello che serve per vivere, ma noi usiamo continuamente il pensiero per interferire in ogni momento col naturale funzionamento dell'organismo.
L'organismo vivente è come un computer dotato di un'intelligenza straordinaria, che funziona un po' come un registratore. Il registratore non si chiede mai: «Com'è che funziono?».
... Ma voi state a porvi domande in continuazione.
Perché vi occupate di tutte queste cose? - «Chi ha creato questo mondo?», «Perché viviamo?». Lasciate tutte queste domande ai metafisici e agli scienziati.
- Probabilmente abbiamo paura di morire.
Abbiamo paura di giungere a una fine.
- Sì, io non voglio arrivare a una fine. Lei non ha paura di arrivare alla fine?
Non c'è niente qui che possa arrivare a una fine.
Niente giunge a una fine tranne quel qualcosa che non vuole arrivare a una fine.
... Se noi usiamo lo strumento del pensiero per cercare di raggiungere l'impossibile meta di una felicità permanente, la sensitività del corpo viene compromessa.
... La funzione del cervello in questo corpo consiste semplicemente nel prendersi cura delle necessità dell'organismo fisico e nel mantenere la sua sensitività, mentre il pensiero, con la sua continua interferenza con l'attività sensoriale, distrugge la sensitività del corpo. Qui sta il conflitto.
Al corpo non interessano le esperienze che la mente cerca. Non interessano neanche le cosiddette esperienze spirituali. Tutto ciò che è necessario per la sopravvivenza di questo organismo vivente è già qui.
...
Dovete togliere di mezzo tutto per scoprire qualcosa
.... Nulla potrà esservi d'aiuto, né la cultura, né l'umiltà, né il coraggio. Non c'è proprio nulla che possiate fare
....
... Allora bisogna proprio buttare via tutto?
No, non c'è niente da buttare via. Quello che gettate via e l'atto stesso di rifiutare qualcosa non influiscono minimamente sull'effettivo funzionamento del vostro organismo. Quando vi rendete chiaramente conto di questo fatto, capite che non c'è nulla da buttare via, nulla a cui si debba rinunciare.
Quando, per un qualche strano caso o miracolo, vi viene mostrato che lo strumento che state usando per cercare di capire ogni cosa non è uno strumento di conoscenza, e che non esistono strumenti di conoscenza, la cosa vi investe come un fulmine.
...
Il cuore non sa che sta pompando il sangue. Non si chiede mai: «Mi sto comportando bene?». Funziona e basta. Non si domanda: «C'è un qualche senso in quello che faccio?».
La domanda: «Qual è lo scopo della vita?» per me non ha nessun significato. Voi vivete in un mondo di idee. Non siete in contatto vivo con nulla" (pp. 100-106, 109-110).
La meditazione come via
Diario a Sud 29/10/2010
"Lo stato naturale" (U.G.
Krishnamurti (cache))
"Non è possibile comprendere questa cosa - si trova al di fuori del campo dell'esperienza. Lo stato naturale è acausale: semplicemente, accade. La sola cosa reale è il modo in cui funzionate; è futile tentare di paragonare la mia descrizione al modo in cui voi funzionate. Quando cessate di fare paragoni, quello che resta è il vostro stato naturale. A quel punto non vi interessano più le chiacchiere di nessuno.
...
Quello che cercate non esiste; è un mito.
...
Lo stato naturale non ha niente a che fare con l'autorealizzazione o con la realizzazione di Dio, non è qualcosa che possa essere raggiunto o acquisito, non è una cosa che si possa ottenere con la volontà; è qui - è uno stato vivente. Questo stato è l'attività organica della vita. Ma per «vita» non intendo qualcosa di astratto; è la vita dei sensi, che funzionano in modo naturale senza l'interferenza del pensiero. Il pensiero è un intruso, che si immischia negli affari dei sensi.
...
L'atemporale non è una cosa della quale si possa avere esperienza, non può essere afferrata, contenuta, e ancor meno può essere espressa da un uomo. E non vi conduce da nessuna parte. Non esiste nessuna oasi situata in un qualche luogo; vi lasciate ingannare da un miraggio.
Questo stato è una condizione fisica del vostro essere. Non si tratta di una qualche sorta di trasformazione psicologica. Non è uno stato mentale nel quale un giorno vi trovate, e il giorno dopo non vi trovate più. Non potete immaginare quanto il pensiero, così come siete adesso, pervada e interferisca nel funzionamento di ogni cellula del vostro corpo. Trovarsi nello stato naturale fa saltare in aria ogni cellula, ogni ghiandola, ogni nervo.
...
Non potete immaginare la tremenda pace che è sempre qui, dentro di voi, che costituisce il vostro stato naturale. Il vostro sforzarvi nel creare uno stato mentale quieto crea in effetti un elemento di disturbo in voi. Potete soltanto parlare di pace, creare uno stato mentale e dire a voi stessi che vi trovate in una condizione molto tranquilla - ma questa non è pace; è violenza. Perciò non è di nessuna utilità creare la pace o il silenzio. Il vostro silenzio è esplosivo; non è quello stato di morte mentale che i ricercatori spirituali immaginano. «Oh, sono in pace con me stesso! Ho avuto l'esperienza del silenzio!» - queste parole non hanno nessun senso. La pace è vulcanica nella sua natura: ribolle in continuazione - è energia, è vita: questa è la sua qualità.
...
Quando parlo di «sensazioni», non intendo la stessa cosa che voi definite in questo modo. Nel mio caso, la sensazione costituisce una risposta fisica
.... Quando si perviene allo stato naturale
... le sensazioni
... non sono più «buone» o «cattive», ma nient'altro che un tonfo. Se c'è un movimento fuori di voi - il pendolo di un orologio che batte, o un uccello che vola davanti al campo della vostra visione -
... l'intero vostro essere è quel movimento o vibra con quel suono; non esiste separazione. Questo non significa che voi vi identificate con quell'uccello e dite: «Sono quell'uccello che vola». Non c'è un «voi», e nemmeno un oggetto. Che cosa provochi questa sensazione, non lo sapete. Non sapete nemmeno più che cosa sia una sensazione.
...
Lo stato naturale è uno stato di grande sensibilità - ma si tratta di una sensibilità fisica, dei sensi, non qualche sorta di compassione emotiva, tenerezza o altro. La compassione esiste solo nel senso che non ci sono «altri» diversi da me, perciò non esiste separazione" (pp. 58-62).
La meditazione come via
Diario a Sud 27/09/2010
Dio è morto
Nomadi
C F C
Ho visto la gente della mia età andare via
Am
lungo le strade che non portano mai a niente
F F#
cercare il sogno che conduce alla follia
G
nella ricerca di un qualcosa che non trovano
G7 C
nel mondo che hanno già
lungo le strade che dal vino son bagnate
Am
dentro alle stanze da pastiglie trasformate
F
lungo le nuvole di fumo, nel mondo fatto di città
G7
essere contro ed ingoiare
la nostra stanca civiltà...
C
E' un Dio che è morto
F G7 C
ai bordi delle strade Dio è morto
F G7 C
nelle auto prese a rate Dio è morto
F G7
nei miti dell'estate Dio è morto
C F C
Mi han detto che questa mia generazione più non crede
Am
in cio che spesso è mascherato con la fede
F F diesis
nei miti eterni della patria e dell'eroe
G
perché è venuto ormai il momento di negare
G7 C
tutto cio che è falsità
e che è di parte e di abitudine e paura
Am
una politica che è solo far carriera
F
il perbenismo interessato
G7
la dignità fatta di vuoto
l'ipocrisia di chi sta sempre
con la ragione e mai col torto
E' un Dio che è morto
nei campi di sterminio Dio è morto
coi miti della razza Dio è morto
con gli uomini di partito Dio è morto.
Ma penso che questa mia generazione è preparata
ad un mondo nuovo e a una speranza appena nata
ad un futuro che ha in mano, ad una rivolta senza armi
perché noi tutti ormai sappiamo
che se Dio muore è per tre giorni
e poi risorge
in ciò che noi crediamo Dio è risorto
in ciò che noi vogliamo Dio è risorto
nel mondo che faremo Dio è risorto
Diario a Sud 019/09/2010
"L'abbandono delle virtù militanti"
Albert Caraco (cache)
"Sarà l'immoralità a salvare il mondo, saranno il rilassamento e la mollezza, sarà il rifiuto dei sacrifici di qualsiasi genere e l'abbandono delle virtù militanti, saranno il disprezzo per tutto ciò che giudichiamo rispettabile e il consenso alla frivolezza, sarà l'effeminamento a liberarci dall'incubo verso cui la virilità ci indirizza e da cui essa non uscirà mai" (p. 43).
Albert Caraco, saggista di origine ebrea vissuto per la maggior parte della sua vita in Francia, una delle penne più snob del '900:
Ecco, sì. Cominciamo da queste poche parole, da un testo che forse non ha nulla di cui spartire con la meditazione.
Se la moralità è lo sforzo della volontà, l'impegno contratto a essere in un modo piuttosto che un altro, allora che sia lode all'immoralità, vista per esempio come l'accettazione dolce di se stessi, anche di quello che riteniamo non debba esserci, cattivi despoti delle nostre persone.
Se la fatica fatta di costante sforzo, nervi tesi come modalità del vivere la vita è l'atteggiamento ordinario di ciò che presentiamo di noi al mondo, allora che ci salvino rilassamento e mollezza. Che ci diano quella tranquillità e quella resa che ci permettano finalmente di riconoscerci e di dire sì a ciò che è.
Se la nostra preoccupazione è quella di un atteggiamento impeccabile, consono a un ideale immaginario, degno di quella che persona che vorrebbe diventare, stimabile ai nostri occhi - una preoccupazione che evidentemente è tutta dell'ego, allora che il disprezzo per la rispettabilità e il darsi alla frivolezza siano l'insegnamento che ci conduca alla fuoriuscita da tutto ciò. Perché l'ideale è sempre allontanamento della meta (meta che è nell'essere qui e ora); perché l'impeccabilità è masturbazione mentale.
Che siano quelle virtù originariamente femminili come l'arrendevolezza, l'abbandono, la docilità e che siano le doti acquee come la non resistenza, la non rigidità, la non durezza a salvarci dal maschilsmo di una certa pratica meditativa.
Pratichiamo per essere senza nome nel flusso, non per costruire la nostra statua di virtuosi.
Lettura proposta da:
www.lameditazionecomevia.it
Diario a Sud 016/09/2010
Watching the wheels (John Lennon)
People say I'm crazy doing what I'm doing,
Well they give me all kinds of warnings to save me from ruin,
When I say that I'm o.k. they look at me kind of strange,
Surely you're not happy now you no longer play the game.
People say I'm lazy dreaming my life away,
Well they give me all kinds of advice designed to enlighten me,
When I tell that I'm doing fine watching shadows on the wall,
Don't you miss the big time boy you're no longer on the ball?
I'm just sitting here watching the wheels go round and round,
I really love to watch them roll,
No longer riding on the merry-go-round,
I just had to let it go.
People asking questions lost in confusion,
Well I tell them there's no problem,
Only solutions,
Well they shake their heads and they look at me as if I've lost my mind,
I tell them there's no hurry...
I'm just sitting here doing time.
I'm just sitting here watching the wheels go round and round,
I really love to watch them roll,
No longer riding on the merry-go-round,
I just had to let it go.
John Lennon
Traduzione:
Guardando le ruote
La gente dice che sono pazzo a fare ciò che faccio,
E mi da un sacco di avvertimenti per salvarmi dalla rovina,
Quando dico loro che sto bene, mi guardano in modo strano,
(rispondendo:) Sicuramente non sei felice ora che sei fuori dal gioco.
La gente dice che sono pigro e che passo il tempo a sognare,
E mi da un sacco di consigli per illuminarmi,
E quando rispondo che mi piace guardare le ombre sul muro,
(rispondono:) Non rimpiangi i bei tempi andati, ora che non sei più in ballo?
Io me ne sto semplicemente seduto qui, a guardare le ruote che girano e girano,
Mi piace veramente vederle girare,
Niente più giostre,
Ho dovuto lasciar andare.
La gente fa domande persa nella confusione,
E quando io rispondo che non ci sono problemi,
Ma solo soluzioni,
Loro scuotono la testa e mi guardano come se io avessi perduto l'intelletto
Io dico loro che non c'è fretta...
Me ne sto seduto qui a far passare il tempo.
Io me ne sto semplicemente seduto qui a guardare le ruote che girano e girano,
Mi piace veramente guardarle girare,
Niente più giostre,
Ho dovuto lasciar andare.
John Lennon
Diario a Sud 08/09/2010
Restare in silenzio
Ora conteremo fino a dodici
e tutti resteremo fermi.
Una volta tanto sulla faccia della terra,
non parliamo in nessuna lingua;
fermiamoci un istante,
e non gesticoliamo tanto.
Che strano momento sarebbe
senza trambusto, senza motori;
tutti ci troveremmo assieme
in un improvvisa stravaganza.
Nel mare freddo il pescatore
non attenterebbe alle balene
e l'uomo che raccoglie il sale
non guarderebbe le sue mani offese.
Coloro che preparano nuove guerre,
guerre coi gas, guerre col fuoco,
vittorie senza sopravvissuti,
indosserebbero vesti pulite
per camminare coi loro fratelli
nell'ombra, senza far nulla.
Ciò che desidero non va confuso
con una totale inattività.
È della vita che si tratta;....
Se non fossimo così votati
a tenere la nostra vita in moto
e per una volta tanto non facessimo nulla,
forse un immenso silenzio interromperebbe la tristezza
di non riuscire mai a capirci
e di minacciarci con la morte.
Forse la terra ci può insegnare,
come quando tutto d'inverno sembra morto
e dopo si dimostra vivo.
Ora conterò fino a dodici
e voi starete zitti e io andrò via.
Pablo Neruda
Diario a Sud 06/09/2010
“Nel nostro sistema di meditazione, non ci fissiamo né sulla mente (in contrapposizione all’Essenza della Mente) né sulla purezza. E neppure approviamo la non-attività. Per ciò che riguarda il fissarsi sulla mente, la mente è fondamentalmente illusoria; e quando capiamo che è solo un fantasma non c’è bisogno di fissarsi su di essa. Per ciò che riguarda il fissarsi sulla purezza, la nostra natura è intrinsecamente pura; e se ci liberiamo da tutta le ‘idee’ illusorie, nella nostra natura non vi sarà altro che purezza, perché sono le idee illusorie che oscurano l’illuminazione. Se indirizziamo la nostra mente a fissarsi sulla purezza, stiamo solo creando un’altra illusione, l’illusione della purezza”.
Hui Neng (cache)
Diario a Sud 04/09/2010
Bene, oggi sono solo e posso vedere (Fernando Pessoa)
Bene, oggi sono solo e posso vedere
con il poter vedere del cuore
quanto non sono, quanto non posso essere,
quanto, se lo fossi, sarei invano,
oggi, lo confesso, voglio sentirmi
definitivamente esser nessuno,
e di me stesso, altero, licenziarmi
per non aver ben proceduto.
Fallii a tutto, ma senza bravura,
nulla fui, nulla osai e nulla feci,
né colsi tra le ortiche dei miei giorni
il fiore di apparir felice.
Ma resta sempre, perché il povero è ricco
in qualche cosa, se sa cercare bene,
la grande indifferenza con cui resto.
Me lo scrivo per ricordarlo bene.
È un campo verde e vasto (Fernando Pessoa)
È un campo verde e vasto,
solitario senza sapere,
pascolo di libere bestie,
senza acque a correre.
Solo campo, solo quiete,
solo solitudine taciuta.
Lo guardo, e nulla nego
e non affermo nulla.
Qui in me mi esalto
nel mio fedele torpore.
Il bene è poco e falso,
il male è sbaglio e dolore.
Agire è non aver casa.
Pensare è nulla avere.
Qui né luci né ali
né ragione per averne.
E un vago sonno scende
solo perché non ha ragione
e il mondo esterno si dimentica
alla vista e al cuore.
Torpore che si diffonde e eccede
il campo e le bestie e il vedere.
L'anima nulla chiede
né il corpo vuole nulla.
Felice sapore di nulla.
Ignoranza del mondo,
qui senza porto o strada,
né orizzonte al fondo.
Diario a Sud 03/09/2010
Un' informazione emessa dall'Agenzia di Protezione dell'ambiente degli Stati Uniti rivela che si consuma ogni anno in tutto il mondo, tra 500 bilioni e un trilione di sacchetti di plastica.
C'è una dura economia dietro al riciclo dei sacchetti di plastica, riciclare una tonnellata di borse di plastica costa 4000 dollari, la stessa quantità si vende nel mercato delle materie prime a 32 dollari.
Quindi dove vanno a finire i sacchetti?
Uno studio ha dimostrato che le imbarcazioni transoceaniche gettano nell'insieme 8 milioni di libbre di plastica nel mare
Che facciamo?
Se usiamo una borsa di tela
possiamo risparmiare 6 sacchetti a settimana.
288 all'anno.
22.176 durante una vita media.
Si risparmierebbe petrolio, causa di tante guerre.
Osservo un sacchetto di plastica che spunta da sotto al lavandino
e penso che la coerenza è forse una delle virtù principali.
Diario a Sud 02/09/2010
Cliccando sulla foto un ottimo sito di riferimento per la Meditazione
Non sto pensando a niente (Fernando Pessoa)
Non sto pensando a niente,
e questa cosa centrale, che a sua volta non è niente,
mi è gradita come l’aria notturna,
fresca in confronto all’estate calda del giorno.
Che bello, non sto pensando a niente!
Non pensare a niente
è avere l’anima propria e intera.
Non pensare a niente
è vivere intimamente
il flusso e riflusso della vita...
Non sto pensando a niente.
E’ come se mi fossi appoggiato male.
Un dolore nella schiena o sul fianco,
un sapore amaro nella bocca della mia anima:
perché, in fin dei conti,
non sto pensando a niente,
ma proprio a niente,
a niente...
Diario a Sud 26/08/2010
Eruzione 1950 Foto di Gaetano Ponte
Alle ore 15.09 di ieri, l'Etna ha emesso cenere dalla bocca occidentale della Bocca Nuova. Ci sono state forti esplosioni e fuoriuscita di materiale caldo (documentate dalle telecamere visiva e termica della Montagnola. Sono state registrate anomalie termiche fino a 170° nei primi momenti dell'esplosione. La colonna di cenere si è alzata di circa 1 km sopra la cima della montagna ed è stata portata dal vento in direzione est.
Per il momento, non ci sono cambiamenti nell'attività degli altri crateri etnei.
Diario a Sud 25/08/2010
Diario a Sud 24/08/2010
Fotografia di Gregory Colbert
Diario a Sud 11/08/2010
Fotografia di Gregory Colbert
Il Ristagno:
La sentenza
Gente malvagia non è propizia
Alla perseveranza del nobile.
Il grande se ne va, il piccolo si avvicina.
Cielo e terra non comunicano e tutte le cose sono paralizzate. Ciò che è il alto non ha rapporto con ciò che sta in basso, e sulla terra confusione e disordine hanno il sopravvento. La forza scura è all'interno, la forza chiara è all'esterno. Debolezzaa all'interno, durezza all'esterno. Gli inferiori sono all'interno e nobili fuori. I modi delle persone inferiori sono in ascesa; i modi dei nobili in declino. Ma i nobili non si lasciano fuorviare dai loro principi: Se la possibilità di esercitare influenza è a loro preclusa, essi restano ciò nonostante fedeli ai loro principi e si ritirano in solitudine.
I King
Diario a Sud 10/08/2010
Fotografia di: Gregory Colbert
Diario a Sud 07/08/2010
La televisione mi emoziona quanto il vorticare dei panni visti dall'oblò della lavatrice quando parte la centrifuga e quindi ero certo che Maria Grazia Cucinotta avesse come unico vanto la fortuna di aver potuto lavorare con Troisi.
Ieri sera in occasione del “Festival del paesaggio”, organizzato dall’Associazione
Occhio Mediterraneo (cache), ho potuto apprezzare una sua produzione, il film L'imbroglio del lenzuolo.
L'ottima fotografia, i validi attori e un finale coinvolgente ne fanno una pellicola da vedere, anche se l'accavallarsi delle tematiche trattate lasciano una sensazione di incompiutezza.
Tra le altre cose dette dalla Cucinotta con eleganza e umiltà una mi ha colpito:
“L'arte finisce quando comincia l'ego”.
Diario a Sud 06/08/2010
Amo questa terra
il suo odore sensuale e forte
l'imperturbabile pietra all'apparenza eterna
gli alberi contorti
e questo vento inriverente e biricchino.
beppe
Fotografia di: Gregory Colbert
Diario a Sud 04/08/2010
Thomas Stearns Eliot scrisse questa poesia nel 1925 durante un periodo di assenza dal lavoro a causa di un esaurimento nervoso.
The hollow Men
Siamo gli uomini vuoti
Un penny per il vecchio Guy
Siamo gli uomini vuoti
Siamo gli uomini impagliati
Che appoggiano l'un l'altro
La testa piena di paglia. Ahimè!
Le nostre voci secche, quando noi
Insieme mormoriamo
Sono quiete e senza senso
Come vento nell'erba rinsecchita
O come zampe di topo sopra vetri infranti
Nella nostra arida cantina
Figura senza forma, ombra senza colore,
Forza paralizzata, gesto privo di moto;
Coloro che han traghettato
Con occhi diritti, all'altro regno della morte
Ci ricordano - se pure lo fanno - non come anime
Perdute e violente, ma solo
Come gli uomini vuoti Gli uomini impagliati..
II
Occhi che in sogno non oso incontrare
Nel regno di sogno della morte
Questi occhi non appaiono:
Laggiù gli occhi sono
Luce di sole su una colonna infranta
Laggiù un albero ondeggia
E voci vi sono
Nel cantare del vento
Più distanti e più solenni
Di una stella che si spegne.
Non lasciate che sia più vicino
Nel regno di sogno della morte
Lasciate anche che porti
Travestimenti così deliberati
Pelliccia di topo, pelliccia di cornacchia, doghe incrociate
In un campo
Comportandomi come si comporta il vento
Non più vicino -
Non quel finale incontro
Nel regno del crepuscolo
III
Questa è la terra morta
Questa è la terra dei cactus
Qui le immagini di pietra
Sorgono, e qui ricevono
La supplica della mano di un morto
Sotto lo scintillio di una stella che si va spegnendo.
E' proprio così
Nell'altro regno della morte
Svegliandoci soli
Nell'ora in cui tremiamo
Di tenerezza
Le labbra che vorrebbero baciare
Innalzano preghiere a quella pietra infranta.
IV
Gli occhi non sono qui
Qui non vi sono occhi
In questa valle di stelle morenti
In questa valle vuota
Questa mascella spezzata dei nostri regni perduti
In quest'ultimo dei luoghi d'incontro
Noi brancoliamo insieme
Evitiamo di parlare
Ammassati su questa riva del tumido fiume
Privati della vista, a meno che
Gli occhi non ricompaiano
Come la stella perpetua
Rosa di molte foglie
Del regno di tramonto della morte
La speranza soltanto Degli uomini vuoti.
V
Qui noi giriamo attorno al fico d'India
Fico d'India fico d'India
Qui noi giriamo attorno al fico d'India
Alle cinque del mattino.
Fra l'idea
E la realtà
Fra il movimento
E l'atto
Cade l'Ombra
Perché Tuo è il Regno
Fra la concezione
E la creazione
Fra l'emozione
E la responsione Cade l'Ombra
La vita è molto lunga
Fra il desiderio
E lo spasmo
Fra la potenza
E l'esistenza
Fra l'essenza
E la discendenza
Cade l'Ombra
Perché Tuo è il Regno
Perché Tuo è
La vita è
Perché Tuo è il
E' questo il modo in cui finisce il mondo
E' questo il modo in cui finisce il mondo
E' questo il modo in cui finisce il mondo
Non già con uno schianto ma con un lamento.
T.S:Eliot
Diario a Sud 02/08/2010
Siamo alla frutta. Burattini e burattinai ci offrono uno spettacolo indegno in un teatro che cade a pezzi. In mezzo il popolo intontito, disinformato.
Gli intellettuali? "Si salvi chi può". E' il motto, l'imperativo vigliacco.
Ieri parlavo con un ragazzo di Noto, la sua unica speranza di lavoro la fuga.
Ha solo trent'anni, ma ha già perso il sorriso.
Per fortuna c'è Benigni che ci insegna a non smettere di ridere e di lottare con l'ironia e la creatività che sono insiti nel nostro DNA.
Beppe
http://www.youtube.com/watch?v=KpRCvmbHAhw
Cuore di mamma 06/03/2010
"Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto. Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt’al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po’ ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano. Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare.”
Immersi in un paradosso mediatico 22/02/2010
La scatola nera, unico canale informativo per milioni di italiani, dispensa informazioni altamente contraddittorie.
Il modello umano, proposto come unico possibile, deve essere: vincente, efficiente, produttivo, bello e soprattutto sano. Si, sano perché oggi, nel terzo millennio, la scienza è concentrata sullo sviluppo dell’immortalità.
Ogni giorno, il dispensatore di notizie ci rallegra proponendo una nuova sensazionale scoperta che permetterà di curare questa o quella patologia. Le notizie spaziano dalla molecola anticancro, dall’applicazione clinica delle totipotenti cellule staminali, alla realizzazioni di organi e/o arti artificiali abili nel sostituire quelli ormai logori del povero paziente.
Si, giornalmente è bene tenersi informati sulle novità scientifico-terapeutiche per avvicinarsi alla tanto agognata immortalità. D’altronde l’immortalità è da sempre, per ogni individuo, il sogno ultimo (non ritengo per timore della morte, ma per mero narcisismo). L’uomo ha messo in atto ogni stratagemma per ambire all’immortalità o che gli assicurasse, comunque, di essere tramandato ai posteri: dalla banale riproduzione, all’espressione artistica, alla dedizione totale nei vari campi del sapere per poter aspirare a qualche premio, il Nobel ad esempio. Insomma, nessuno ambisce ad attraversare questo mondo senza lasciare testimonianze. Quindi, cosa c’è di meglio se non avere maggior tempo a disposizione per tentare di lasciare la propria impronta?
Pur di cullare l’illusione dell’immortalità, l’uomo appare disposto ad investire qualunque cifra, rinunciando pure alla propria intelligenza.
Basandosi su questo remoto desiderio, le case farmaceutiche proiettano i loro bilanci nel firmamento.
L’offerta di “farmaci” e qualsivoglia elisir di lungavita fiorisce e si espande parallelamente a tutto ciò che concerne il concetto di vita “salubre”: prodotti bio, palestre, beauty farm, corsi dedicati al controllo emozionale ecc. Il mercato nel settore salute appare infinito.
Possiamo, quindi, tranquillizzare i nostri pargoli che hanno la fortuna di vivere in questo periodo storico dove l’impegno di ogni scienziato è rivolto a prevedere e controllare il “tutto natura”. Ma, di tanto in tanto, cosicché la tensione per la tanto sospirata immortalità non scemi, ecco che il dispensatore di notizie crea il panico: un nuovo virus o batterio di virulenza ed infettività straordinarie è comparso, il mondo tutto è minacciato! Presto, veloci, via, scappare, la morte è in agguato, allora corriamo ad accaparrarci vaccini, farmaci, integratori, vitamine, fiori di Bach, prodotti omeopatici, uccidiamo galline, maiali, bruciamoli, ma nel rischio non cibiamocene.
Consumiamo signori, la morte esiste ancora. Divertiamoci. Non lasciamoci frenare dall’etica, vocabolo apparentemente desueto nel III millennio, dalla morale, dai principi religiosi, potremmo non avere più tempo per sperimentare la nostra curiosità.
antonella
Nomadi 04/02/2010
(G)Nomadi che(D)cercano gli angoli (Em)della tranquilli(C)tà
(G)Nelle nebbie del(D)nord e nei tu(Em)multi delle civil(C)tà
Tra i chiaro(G)scuri e la mo(D)notonia
Dei (Em)giorni che passa(C)no
(G)Camminatore che(D)vai
Cercando la (EM)pace al crepusco(C)lo
La trove(G)rai (Em) (Bm)
(D)Alla fine della(C)strada
(G)Lungo il tran(D)sito dell'appa(Em)rente du(C)alità
(G)La pioggia di set(D)tembre
Risveglia i (Em)vuoti della mia (C)stanza
Ed i la(G)menti della soli(D)tudine
(Em)Si prolun(C)gano
(G)Come uno stra(D)niero non sento le(Em)gami di
Sen(C)timento
E me ne an(G)drò (Em) (Bm)
Dalle cit(G)tà (Em) (Bm)
(D)Nell'attesa del ri(C)sveglio
(G)I viandanti(D)vanno in cerca(Em)di ospitali(C)tà
(G)Nei villaggi as(D)solati
E nei bas(Em)sifondi dell'immensi(C)tà
E si ad(G)dormentano(D) sopra i guanciali(Em)della(C)terra
Fo(G)restiero che(D)cerchi la di(Em)mensione inson(C)dabile
La tro(G)verai (Em) (Bm)
Fuori (G)città (Em) (Bm)
Alla (D)fine della (C)strada
R. Camisasca