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2015






16/10/2011


Brano tratto dal romanzo Zorba il greco di Nikos Kazantzakis:
Custodire la propria natura è farla essere. Soprattutto riconoscerla. Riconoscerla non è guardarla: è esservi aderenti, senza farne un oggetto, un contenuto, una descrizione di conoscenze psicologiche. La descrizione reifica, cristallizza la natura indicibile che ti abita e che cerca in te la sua espressione. La descrizione blocca il suo essere, la costringe in canali. Hai paura e allora non ti esponi totalmente a ciò a cui ti condurrà, a ciò che non sai. Imiti modelli e allora appari posticcio, falso. Hai già perso la tua nobiltà. Hai assunto artifizi, sei fuori dalla tua semplicità. Cerchi soluzioni mirabolanti, ti esalti solo davanti ai grandi effetti speciali, alle parole roboanti, alle sfrenatezze delle fantisticherie di una mente frustrata e in gabbia. E allora perdi il suono del mare, il bicchiere di vino, la bellezza dell'essere delle cose. Cerchi troppo in alto. Soprattutto il problema è che cerchi. E allora non vedi. Lo sai, te l'hanno già detto tutti, ma non lo sai mai fino in fondo: la retorica della felicità finalmente ha la sua fine quando capisci che la questione non sta nei contenuti, ma nell'atteggiamento.
Allora quando non hai più tensioni, attese, aspettative verso questa o quella cosa, questo o quell'evento, sei tutto aderente all'atto dell'attimo. Sei tutto preso. Non c'è dualismo, non c'è domanda, non c'è ricerca.




12/09/2011


Il manifesto degli Indignados italiani – lettera al presidente Napolitano
da Il fatto quotidiano, 12 ottobre 2011

Caro Presidente Napolitano,

in Italia non si fa altro che parlare di giovani. La questione è semplice: c’è una generazione esclusa dai diritti e dal benessere, che oggi campa grazie al welfare familiare, e sulla quale si sta scaricando tutto il peso della crisi. La questione non si risolve togliendo i diritti a chi li aveva conquistati (i genitori), ma riconoscendoli a chi non li ha (i figli) e per far questo ci vogliono risorse.

Ora ci chiediamo, come è possibile invertire la tendenza e promuovere delle politiche per le giovani generazioni prendendo sul serio le lettere estive di Trichet e Draghi? Come è possibile farlo se il pareggio di bilancio diventa regola aurea, da inserire nella
Costituzione di cui Lei è garante?

Caro Presidente, garantire e difendere la Costituzione oggi vuol dire rifiutarsi di pagare il debito, così come consigliano diversi premi Nobel per l’Economia; vuol dire partire dai 27 milioni di italiani che hanno votato ai referendum; vuol dire partire dalle mobilitazioni giovanili e studentesche che da anni, inascoltate e respinte, hanno preteso di cambiare dal basso la scuola e l’università, chiedendo risorse e democrazia; vuol dire partire dalla domanda diffusa nel Paese di un nuovo sistema di garanzie, che tenga conto delle differenze generazionali, ma che non metta le generazioni l’una contro l’altra: così si tiene unita l’Italia!

Sarebbe un atto di giustizia fare in modo che la crisi la paghino coloro che l’hanno prodotta: con una tassazione delle rendite
finanziarie, delle transazioni, dei patrimoni mobiliari e immobiliari. Bisognerebbe avere il coraggio, dopo il disastro del ventennio berlusconiano e della Seconda Repubblica, di costruirne una terza di Repubblica, fondata sui beni comuni e non sugli interessi privati. La invitiamo a riflettere, perché questa generazione tradita non si arrenderà, ma da Tunisi a New York ha imparato ad alzare la testa.


7/09/2011


DI DIMITRIS BOUNIAS
nytimes.com

Volos, Grecia - La prima volta che ha comprato uova, latte e marmellata in un mercato all'aperto utilizzando non l'euro, ma una moneta di scambio informale, Theodoros Mavridis, un elettricista disoccupato, era entusiasta.

"Mi sentivo liberato, mi sentivo libero per la prima volta", ha detto Mavridis in una recente intervista in un caffè di questa città portuale della Grecia centrale. "Io istintivamente ho messo la mano in tasca, ma non ce n'era bisogno."

Mr. Mavridis è il co-fondatore di una rete sempre più ampia qui a Volos che utilizza la cosiddetta Unità Locale Alternativa, o TEM in greco, per scambiare beni e servizi - corsi di lingua, baby-sitting, supporto informatico, pasti cucinati in casa - e per avere sconti da alcune aziende locali.

In parte moneta alternativa, in parte baratto, in parte mercato a cielo aperto, il network di Volos è cresciuto in modo esponenziale nell'ultimo anno, da 50 a 400 membri. Si tratta di uno dei numerosi gruppi che saltano fuori in tutto il paese, man mano che i Greci, spremuti dai tagli salariali, aumenti delle tasse e crescenti timori sul fatto se continueranno a utilizzare l'euro, cercano modi creativi per far fronte a uno scenario economico in cambiamento radicale.

"Da quando c'è la crisi c'è stato un boom di questi networks in tutta la Grecia", ha detto George Stathakis, professore di economia politica dell'Università di Creta. Nonostante il forte settore pubblico in Grecia che impiega uno su cinque lavoratori, ha aggiunto, i servizi sociali del Paese spesso non sono all'altezza di aiutare le persone nel bisogno. "Ci sono così così tante enormi lacune che devono essere compensate da nuovi tipi di networks".

Anche il governo ne sta prendendo atto. La scorsa settimana, il Parlamento ha approvato una legge promossa dal Ministero del Lavoro per favorire la creazione di "forme alternative di imprenditorialità e sviluppo locale", compresi i networks basati sullo scambio di beni e servizi. La legge per la prima volta riempie in una zona grigia normativa, dando a questi gruppi lo status di no-profit.

Qui a Volos, i fondatori del gruppo sono convinti di lavorare in parallelo con l'economia regolare, ispirati più da un bisogno di solidarietà nei momenti difficili che da una spinta politica per l'uscita della Grecia dall'eurozona e il ritorno alla dracma.

"Non siamo rivoluzionari o evasori fiscali", ha detto Maria Houpis, un'insegnante in pensione e una dei sei co-fondatori del gruppo. "Noi accettiamo le cose come stanno."

“Eppure - ha aggiunto - se la Grecia avrà una svolta verso il peggio e alla fine esce dall'euro, reti come questa sono pronte a entrare nella breccia. In uno scenario immaginario - e sottolineo immaginario - saremmo pronti per questo."

Il concetto del gruppo è semplice. Le persone si iscrivono online e accedono a un database che è una specie di lista per soli membri. Una unità di TEM è uguale in valore a un euro, e può essere utilizzata per scambiare beni e servizi. I membri iniziano i loro conti da zero, e accumulano credito offrendo beni e servizi. Si possono prendere in prestito fino a 300 TEM, ma si è tenuti a rimborsare il prestito entro un determinato periodo di tempo.

I soci ricevono anche dei libretti di vouchers della moneta alternativa se stessa, che assomigliano a buoni regalo e sono stampati con un sigillo speciale che rende difficile la contraffazione. Questi buoni possono essere utilizzati come assegni. Diversi uomini d'affari a Volos, tra cui un veterinario, un ottico e una sarta, accettano la moneta alternativa in cambio di uno sconto sul prezzo in euro.

Una rapida occhiata al database mostra persone che offrono lezioni di chitarra e di inglese, servizi di contabilità, assistenza tecnica per i computer, sconti presso parrucchieri e l'uso dei giardini privati per le feste. C'è un sistema di valutazioni per cui le persone possono descrivere le loro esperienze, al fine di mantenere un trasparente controllo di qualità.

(La rete utilizza software open-source ed è ospitata su un server olandese, cyclos.org, che offre bassi costi di hosting.)

Il gruppo tiene anche un mercato mensile all'aperto che è un incrocio tra una vendita di oggetti usati e un mercato contadino, dove il Sig. Mavridis ha usato il suo credito in TEM per comprare uova, latte e marmellata. I beni in questione provenivano da allevatori locali coinvolti nel progetto.

"Siamo ancora all'inizio" ha dichiarato Mavridis, che l'anno scorso ha perso il suo lavoro da elettricista in una fabbrica. “Nei prossimi mesi, il gruppo spera di avere uno spazio in un ufficio dove le persone senza computer potranno collegarsi alla rete più facilmente.”

Per la signora Houpis, la rete ha una dimensione psicologica. "La cosa più emozionante che si prova quando si inizia è questo senso di collaborazione", ha detto. "Hai molto di più di quanto dice il tuo conto in banca. Hai la tua mente e le tue mani. "

Mentre si affaccendava sul suo tavolo da cucito nel suo piccolo negozio nel centro di Volos, Angeliki Ioanniti, 63 anni, ha detto che accetta sconti per lavori di sartoria ai membri della rete, e scambia anche lavori di cucito per aiuto con il computer. "Essere in una piccola città aiuta, perché c'è fiducia", ha detto. In cambio di euro e moneta alternativa, vende anche olio d'oliva, olive e sapone al profumo di bergamotto fatto in casa da sua figlia, che vive nella campagna fuori Volos.

Nel negozio di ottica della sua famiglia, Klita Dimitriadis, 64 anni, offre sconti ai clienti che utilizzano moneta alternativa, ma ha detto che la rete non ha veramente ancora preso piede o portato molti affari. "E' utile, ma ancora non funziona molto, perché tutti stanno facendo sconti", ha detto.

In una e-mail, il sindaco di Volos, Panos Skotiniotis, ha detto che la città segue la rete della moneta alternativa con interesse ed è generalmente di sostegno alle iniziative di sviluppo locale. Ha aggiunto che la città sta guardando anche ad altri modi di gestire la situazione economica, per esempio mettendo a disposizione del suolo pubblico per una fattoria urbana comunale dove i cittadini possano coltivare prodotti per uso proprio o da vendere.

Dopo anni di consumismo sfrenato e di credito facile, queste iniziative nascenti parlano del nuovo clima in Grecia, dove l'austerità imposta ha portato la gente a unirsi - non solo per protestare in massa, ma anche per aiutarsi l'un l'altro.

Iniziative simili stanno spuntando dappertutto in Grecia. A Patrasso, nel Peloponneso, nel 2009 è stato fondato un network chiamato Ovolos, dal nome di un'antica moneta Greca, e comprende una moneta locale di scambio, un sistema di baratto e una cosiddetta banca del tempo, in cui i membri si scambiano servizi come cure mediche e corsi di lingua. Il gruppo ha circa 100 transazioni alla settimana, e volontari per monitorare i servizi illegali, ha detto Nikos Bogonikolos, il presidente e socio fondatore.

La Grecia ha avuto per lungo tempo altre reti di scambio, in particolare tra i contadini. Dal 1995, un gruppo chiamato Peliti ha raccolto, conservato e distribuito gratis semi delle varietà locali ai coltivatori, e dal 2002 opera come rete di scambio in tutto il paese.

Al di là degli scambi, vengono fuori anche altri segni di collaborazione. Quando gli autobus e i dipendenti della metropolitana di Atene sono scesi in sciopero due settimane fa, gli Ateniesi hanno inondato Twitter alla ricerca di carpools, utilizzando un account fondato nel 2009 per aumentare la consapevolezza sui problemi del trasporto ad Atene. La diffusione di questa pratica ha fatto notizia, come un segno di qualcosa di impensabile prima che la crisi colpisse.

Con l'aumento della disoccupazione sopra il 16 per cento e l'economia che continua a diminuire, molti Greci si preparano al peggio. "Le cose andranno molto male l'anno prossimo", ha dichiarato Stathakis, il professore di economia politica.

Christos Papaioannou, 37 anni, che gestisce il sito Web per la rete a Volos, ha dichiarato: "Siamo in un territorio inesplorato", e spera che il gruppo si espanda. "Ci saranno un sacco di cambiamenti. Forse è l'inizio del futuro. "

http://www.comedonchisciotte.org/site/index.php


5/09/2011


Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo
Articolo 27

«Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici.

Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.»



18/08/2011



Rotola i dadi

Se vuoi provarci,
fallo fino in fondo.
Altrimenti non iniziare.
Se vuoi provarci,
fallo fino in fondo.
Ciò potrebbe significare
perdere ragazze, mogli,
parenti, lavori
e forse la tua mente.
Fallo fino in fondo.
Potrebbe significare
non mangiare per 3 o 4 giorni,
potrebbe significare
gelare in una panchina nel parco,
potrebbe voler dire prigione,
potrebbe voler dire derisione,
scherno, isolamento.
L'isolamento è il regalo.
Tutti gli altri sono
per te una prova della tua resistenza,
di quanto realmente desideri farlo.
E lo farai,
nonostante il rifiuto
e le peggiori avversità.
E sarà meglio di qualsiasi altra cosa
tu possa immaginare.
Se vuoi provarci,
fallo fino in fondo,
non ci sono altre sensazioni
come questa.
Sarai solo con gli dei
e le notti
arderanno tra le fiamme.
Fallo.
Fallo.
Fallo.
Fino in fondo.
Fino in fondo.
Guiderai la vita fino alla
risata perfetta.
È l'unico buon combattimento che c'è.

Charles Bukowski


10/08/2011


Tramonto in Val di Noto
Contrada Spaccazza Noto(SR)

Questa volta lasciami

essere felice,

non è successo nulla a nessuno

non sono in nessun luogo,

semplicemente

sono felice

nei quattro angoli

del cuore, camminando,

dormendo o scrivendo.


Che posso farci, sono felice,

sono più innumerabile

dell'erba

nelle praterie,

sento la pelle come un albero rugoso,

di sotto l'acqua,

sopra gli uccelli,

il mare come un anello

intorno a me,

fatta di pane e pietra la terra

l'aria canta come una chitarra.


Pablo Neruda



09/08/2011




Saturnia Pavonia
Fotografato in Contrada Spaccazza Noto(SR)


21/07/2011


Progetto di mega struttura sulla spiaggia Pizzuta Eloro



Salviamo la spiaggia Eloro-Pizzuta (cache)

Non ci posso credere, a ridosso dell'oasi di Vendicari e di un sito archeologico di eccezionale rilevanza, su l'unica spiaggia libera vicino Noto che ci rende ancora orgogliosi di vivere qui e ci pacifica la mente con i suoi spazi non costruiti, è prevista l'edificazione di uno stabilimento balneare di 3000 mq.
Dormivano nelle precedenti amministrazioni? o ci volevano far fare la fine di altre località turistiche, dove il prezzo pagato dall'ambiente è stato tale da dissuadere un turismo attento e culturalmente elevato come quello che giunge a Noto per godere delle sue bellezze artistiche e paesaggistiche e non per bersi un drink che può trovare dappertutto.


3/06/2011




29/05/2011




28/04/2011



Nomadi


(G)Nomadi che(D)cercano gli angoli (Em)della tranquilli(C)tà
(G)Nelle nebbie del(D)nord e nei tu(Em)multi delle civil(C)tà
Tra i chiaro(G)scuri e la mo(D)notonia
Dei (Em)giorni che passa(C)no
(G)Camminatore che(D)vai
Cercando la (EM)pace al crepusco(C)lo
La trove(G)rai (Em) (Bm)
(D)Alla fine della(C)strada

(G)Lungo il tran(D)sito dell'appa(Em)rente du(C)alità
(G)La pioggia di set(D)tembre
Risveglia i (Em)vuoti della mia (C)stanza
Ed i la(G)menti della soli(D)tudine
(Em)Si prolun(C)gano
(G)Come uno stra(D)niero non sento le(Em)gami di
Sen(C)timento
E me ne an(G)drò (Em) (Bm)
Dalle cit(G)tà (Em) (Bm)
(D)Nell'attesa del ri(C)sveglio

(G)I viandanti(D)vanno in cerca(Em)di ospitali(C)tà
(G)Nei villaggi as(D)solati
E nei bas(Em)sifondi dell'immensi(C)tà
E si ad(G)dormentano(D) sopra i guanciali(Em)della(C)terra
Fo(G)restiero che(D)cerchi la di(Em)mensione inson(C)dabile
La tro(G)verai (Em) (Bm)
Fuori (G)città (Em) (Bm)
Alla (D)fine della (C)strada

R. Camisasca


27/04/2011


I re della logistica








12/04/2011




2/04/2011




Il Prof. Rubbia e l'energia nucleare: è necessaria una fase di riflessione per quantificare i danni.
http://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Rubbia

Il Premio Nobel per la Fisica, Prof. Carlo Rubbia ha invitato il Prof. Veronesi, Presidente dell' Agenzia Nazionale Nucleare, a recarsi personalmente a Fukushima per comprendere meglio ciò che sta succedendo, questo perchè la situazione è di estrema gravità e necessita di una reale conoscenza di quanto avviene.
Non ci sono informazioni complete di ciò che sta accadendo, l'unica certezza è che la situazione è altamente instabile, 6 reattori sono in crisi e probabilmente un'altra stazione nucleare è vicina al collasso, quindi è urgente avviare una fase di riflessione per quantificare i danni.
Il Giappone è lo stato che nel mondo ha investito più risorse, con grande competenza, nei confronti della sicurezza dei terremoti e tsunami, quindi ci troviamo di fronte ad una situazione innovativa che va studiata. Lo studio e l'analisi delle conseguenze di quanto accaduto richiede tempo ed un insieme di esperti mondiali che valutino approfonditamente la possibilità di procedere sull'utilizzo del nucleare.
Fino ad oggi per garantire la sicurezza dei reattori si è proceduto seguendo un approccio probabilistico, questo limita la possibilità d'incidente, ma non l'annulla; l'alternativa è procedere seguendo la sicurezza deterministica: la fisica è in grado di garantire l'impossibilità del verificarsi di un problema.
La sua proposta “al mondo” è passare da una Sicurezza Probabilistica ad una Sicurezza Deterministica.
Circa la sicurezza dei reattori di III e IV generazione, riferisce che è estremamente necessario fare una nuova revisione e studiare nel dettaglio tutti i parametri.

Attualmente si occupa di:
1) Progetti che sviluppano idee e soluzioni a sostegno dell'ambiente, studi avanzati finalizzati a stabilire una coscienza critica per individuare quei valori su cui puntare nel futuro;
2) Progetto Icarus : la materia oscura rappresenta il 95% della materia, ed i neutrini sono la chiave di comprensione, hanno importanza fondamentale da un punto di vista cosmologico;
3) Desertec: Progetto Specchi nel Sahara: energia solare dal Sahara all'Europa, evoluzione del Progetto Archimede, impianto fotovoltaico termodinamico; oltre ad ottenere energia pulita, contribuirebbe a sviluppare e creare lavoro in quelle zone.
“ Il sole esiste ovunque al contrario del petrolio” C. Rubbia 1 Aprile 2011
www.desertec.org/SolarEnergy

antonella


22/03/2011




Quello che siamo costretti a leggere ed ascoltare.

Il TG3 di ieri sera ha esordito con il lapsus sulla definizione della Missione di Pace: “Alba dell'Odissea” , che in sé non è irrilevante da un punto di vista semantico, perchè si colgono suggestioni contrastanti. “Odissea all'Alba”, evoca un azione limitata e confinata nel tempo, all'opposto, “Alba dell'Odissea” richiama l'inizio di un azione di cui non si con intuisce la fine. Lapsus adatto alla situazione? considerando gli attriti all'interno della coalizione che sempre il TG3 ha definito “coalizione dei volenterosi”, spero per sarcasmo e non per convinzione. Nessuno potrebbe crederci, a meno che il TG3 ritenga che l'uso di parole sdolcinate e inappropriate siano di aiuto alla sinistra (PD), se così fosse, lo ritengo un errore strategico d'informazione inaudito. Non può anche il TG3 stravolgere l'obiettività dei fatti, allineandosi ai media controllati da Berlusconi.
Altra chicca: il dispiacere del nostro premier per le sorti di Gheddafi, unito alla dichiarazione di sorvolo pacifico a scopo logistico dei suoi territori con esclusione tassativa di bombardamenti italiani. Questi messaggi, riportati da ogni testata , li interpreto come comunicazioni esclusive al rais, sperando che lo stesso lo assolva dall'onta di traditore.
Per evitare l'inquinamento dell'informazione pubblica circa l'attività delle nostre missioni, il militare che aveva rilasciato dichiarazioni alla stampa è stato destituito dall'incarico, nonostante le stesse fossero in linea con ciò che il governo vuole sostenere.
Quindi? Non resta che affidarsi alle nostre personali interpretazioni, rielaborando ciò che leggiamo ed ascoltiamo, per evitare di sposare cause squisitamente di parte.

Segnalo l'onestà intellettuale della Merckel nei confronti dei cittadini tedeschi, ha ritenuto inopportuno aderire alla coalizione per almeno tre specifici motivi: 1) la situazione non è chiara; 2) non abbiamo in Libia interessi economici analoghi a quelli di Francia e Italia, quindi è inutile esporci; 3) in tanti stati del mondo la popolazione è subordinata e vessata da dittatori, non è possibile intervenire sempre con azioni militari.

antonella


21/03/2011




Le contraddizioni della missione, quelle ambiguità che generano incertezze e timori nelle popolazioni dei Paesi coinvolti

La Lega Araba protesta e critica la violenza dell'attacco e la strategia della coalizione;
Cina e Russia deplorano gli attacchi.
Emergono le ipocrisie celate dietro l'intervento originate dall'incoerenza dimostrata dai Paesi che hanno accolto l'appello dei “ribelli”: Paesi che fino al 17 febbraio avevano trattato con il dittatore per poi convergere sull'esigenza di bombardarlo.
Dietro all'appello di Napolitano: ”Non siamo entrati in guerra, siamo impegnati in un'azione autorizzata dall'ONU che al capitolo settimo recita: nell'interesse della pace sono autorizzate le azioni volte a ristabilire e difendere la pace” ci sono allarmanti dichiarazioni di inviati a Tripoli, i quali riferiscono che migliaia di persone armate dal rais stiano inneggiando alla guerra santa contro l'occidente, e manifestano, sempre armati, nei pressi dell'hotel che ospita i giornalisti stranieri invitandoli ad abbandonare la loro terra (Caccia, inviato Corriere della Sera). Inoltre in Inghilterra, da intercettazioni telefoniche su cittadini libici, c'è allerta sulla possibilità di attentati non convenzionali.

Alcune informazioni che non hanno travato grande risalto sui media quale spunto di discussione
Da Affaritaliani.it quotidiano online 28 febbraio 2011

I rivoltosi libici - ha dichiarato inoltre Hafiz Ghoga, portavoce del Consiglio nazionale libico presentato ieri a Bengasi - non vogliono alcun intervento straniero. Ma istruttori militari americani ed europei sarebbero già in azione. Secondo il sito Debka, vicino ai servizi segreti israeliani, centinaia di consiglieri militari statunitensi, britannici e francesi sarebbero già in Cirenaica per collaborare con gli insorti contro il regime di Gheddafi.

Da un'intervista al Messaggero del 28 febbraio 201, Fratini dichiara che andrebbe decisa anche la “no fly zone". Una misura che comporta un'escalation militare, se viene violata e per questo , precisa, è necessaria una riflessione approfondita.
L'Italia potrebbe permettere l'utilizzo delle proprie basi? "Bisogna discuterne, nessuno ce l'ha mai chiesto. E il fatto che nessuno ne abbia mai parlato è significativo, vuol dire che c'è la consapevolezza che ci vorrebbe uno sforzo corale e non un solo Paese disponibile. Ognuno dovrebbe assumersi le proprie responsabilità". Conclude Frattini

antonella


20/03/2011


Missione Odissea all'Alba: dalla “No fly Zone” alla guerra

La richiesta di aiuto da parte dei “ribelli” libici alle nazioni occidentali, per uscire dalla dittatura del rais, ha avuto un forte impatto emotivo. Vedere giovani implorare l'intervento dell'ONU per limitare il genocidio cui erano condannati ha fatto si che anche alcuni tra i pacifisti più coerenti si trovassero d'accordo sull'immediata attivazione della “no fly zone”, non pensando che il reale significato era una dichiarazione di guerra, con tutto ciò che ne consegue.
Altro non era apparentemente previsto dalla risoluzione 1973 dell'ONU e sarebbe necessario avere chiarimenti:
il perchè dell'esuberanza e tempestività francese,
perchè agisce la coalizione e non ancora la NATO,
perchè instillare il ragionevole dubbio di utilizzare l'ombrello ONU a difesa delle popolazioni oppresse per formalizzare una guerra basata su interessi economici,
perchè rivendicare, a livello internazionale, il diritto di un ruolo chiave dell'Italia nella gestione del conflitto, quando il nostro governo a livello di politica estera, per merito del ministro e del premier, non gode di alcuna stima? Quando l'unico appellativo per definirci è: traditori. Non è un insulto è la bieca verità.
Poi altri interrogativi e possibili risposte: se nell'opinione pubblica serpeggia la paura di questa guerra e Napolitano deve esortare i media a non creare “ingiustificati allarmismi”, dobbiamo essere grati al nostro Presidente del Consiglio che stese tappeti rossi, permise al Colonnello di tenere seminari sull'islam, con hostess pagate per assistervi, si inchinò a baciargli l'anello, accetto e firmò il ”Trattato di Amicizia” tra Italia e Libia, pubblicizzò tutto ciò che da un dittatore poteva imparare: il bunga-bunga.
Come può un premier, eletto dal popolo, cedere al ricatto di un dittatore, fino all'umiliazione di una Nazione e delle sue Donne, e tradirlo senza ritenere di avere una grave responsabilità su eventuali ritorsioni da parte del rais; aggiungo chi può rimproverare Gheddafi se si vendicherà.
I traditori non hanno un posto di rilievo nella storia, e nella storia Berlusconi ci sarà non come lo statista più lungimirante dall'Unità d'Italia, ma come il traditore più ingenuo della storia.
Perchè Gheddafi nel 2008 ha preteso, nel “Trattato di Amicizia”, che l'Italia si astenesse dalla guerra nei confronti della Libia e impedisse l'utilizzo delle sue basi in caso di conflitto? Qualcosa già si agitava nei deserti libici?
Perchè il governo italiano ha firmato un simile accordo con un dittatore? Conoscendo il ruolo strategico del nostro Paese nell'area del Mediterraneo?
Per avere gas e petrolio è necessario abdicare la dignità di un popolo, gli Italiani, ad un dittatore?
Forse avevamo già raggiunto il limite della decenza e non ce ne siamo accorti.

antonella


Guerra giusta, inevitabile, a difesa dei deboli. Guerra consacrata, benedetta, non più con spade e lance, ma con bombe intelligenti, chirurgiche, che non sbagliano il bersaglio di un metro, ma fanno un buco grande come un palazzo. Oppure guerra di un capitalismo al tramonto che ha urgenza di colonizzare velocemente nuovi territori ricchi di materie prime da sprecare in un lusso che non può più permettersi.
La corruzione e la mafia ingoiano nel nostro Paese miliardi di euro eppure nessuno ci viene a salvare da questa dittatura, forse perchè non siamo abbastanza indignati da scendere in piazza e gridarlo ai nostri carnefici. Con una Costituzione disattesa, un sistema elettorale iniquo, un conflitto d'interesse palese, una classe politica senza etica, cosa ci manca per desiderare con tutte le nostre forze un cambiamento, una rivoluzione?
Purtroppo io credo che siamo noi stessi a mantenere in vita questo sistema : con piccoli gesti quotidiani e quando vediamo la pagliuzza negli occhi degli altri senza notare il tronco ben conficcato nei nostri.

beppe


15/03/2011




Il terrore corre sullo schermo, alla radio, sui social network, non è uno scherzo, l'ultimo film genere catastrofico, previsione Maia, è reale e subdolo. Il pericolo è globale, la morte lenta, per migliaia di persone.
L'interesse dei media è focalizzato sul disastro economico, anziché umano. Abbandonata rapidamente la commozione per quei corpi ingoiati dal mare ad ogni latitudine, dall' Oceano Pacifico al Mediterraneo, l'interesse si concentra sulla caduta delle borse, sulla minaccia libica dello stop alle forniture energetiche, ed invece che far convergere gli sforzi su come uscire globalmente dal ricatto economico-energetico, i potenti sprecano le loro intelligenze per contenere la deriva dei rapporti diplomatici.
Non rispondono all'appello dei ribelli in Libia che invocano l'attivazione della “no fly zone” per il
loro dittatore, quale unica soluzione possibile per evitare l'ennesimo genocidio della storia contemporanea, è più importante continuare a produrre, cose inutili, e consumare.
Ma come può, ora, il Giappone rispondere al “Dio Denaro”, quando il cataclisma ha messo in ginocchio la tecnologia più avanzata e la stessa sarà causa di tante morti quante nella terra non ne abbiamo notizia.
E' un monito di chissà quale Provvidenza, forse un conclave di tutte le Provvidenze, per obbligare ad una pausa di riflessione ed invertire la rotta.
Con quale coraggio, oggi 15 marzo 2011, un individuo può acquistare l'ultimo ritrovato della scienza e della tecnica giapponese senza sentire dentro, nel profondo del suo essere, un motto di inusitata vergogna? Quella Nazione, esempio mondiale dell'efficienza, educazione, compostezza, etica sociale, sta tributando alle Provvidenze migliaia di uomini e donne e bambini a cui da sempre si è fatto credere che la dignità di una Nazione è nel suo PIL, nel suo avanzamento tecnologico, e questo è direttamente proporzionale alle risorse energetiche.
Non siamo sazi di morte causata dalle catastrofi naturali spontanee, non siamo sazi di morti causati dalle guerre, saremo mai siamo sazi di morti causati dall'ingordigia umana? Questo mi chiedo.

antonella


11/03/2011




Psicoterapia, meditazione e salute (Han de Witt)
www.lameditazionecomevia.it

8/03/2011




E’ uscito il rapporto Ambiente Italia 2011 sul consumo di suolo. Ogni anno consumati 500 km. quadrati di territorio. Nel rapporto annuale di Legambiente, elaborato dall'istituto di ricerche Ambiente Italia, tutti gli indicatori dello stato di salute dell'ambiente nel Paese: www.stopalconsumoditerritorio.it/index.php?option=com_content&task=view&id=415&Itemid=56

15/02/2011




29/01/2011




Sporco denaro
squallido e unto
sudato e insanguinato.

Denaro per comperare un gelato
per possedere una testata nucleare
o per scrivere una storia su misura
con arrodanza e la paura della morte.

Sporco denaro
freddo metallo
ticchettio dei computer nella sala borsa.

Non si pensa alla morte dietro ad una barricata
mentre sparano sulla folla armata di slogan le parole non contano più
la rabbia semplicemente esplode in tante piccole schegge
senza più la ragione.

beppe


24/01/2011




Vago lungo un piccolo sentiero

Vago lungo un piccolo sentiero,
c'è un'orma nel muschio
una nube bianca è bassa sul lago tranquillo
delle erbe addolciscono una porta inutile,
cresce più verde per la pioggia un pino,
dalla sorgente sul monte scende un ruscello
e, confuso con la Verità tra i fiori,
ho scordato cosa dire

Ling Chang Ching
Poesia cinese dell'epoca Tang 618-907


18/01/2011


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Sono i tre principi della Rivoluzione Francese declinati per i diversi ambiti del la vita sociale e, in qualche modo, sono contenuti in questo manifesto: le culture devono essere libere e rispettarsi reciprocamene così come ogni individuo deve trovare lo spazio di libertà per esprimere al meglio i propri talenti individuali – che sono per tutti diversi e complementari; la politica deve stilare delle leggi che garantiscano uguaglianza di diritti e doveri – come persone abbiamo tutti la stessa dignità di cittadini di uno stato o di una comunità sociale; nell’economia la solidarietà , la condivisione, la fratellanza, la collaborazione sono principi non solo morali, ma anche tecnici - per realizzare un’economia ed una finanza efficienti e non per pochi, ma per il benessere della società tutta.

I concetti chiave del MES sono:

Essere portatori di pace

Significa farsene promotori a livello sociale per evitare possibili conflitti tra nazioni, popoli, organizzazioni. Ma ciò non è sufficiente, in quanto bisogna anche portare questo concetto nella vita quotidiana individuale. Lo sforzo per la Pace deve essere sia una conquista interiore - una conquista della Persona che si riflette sia nella sfera economica dove bisogna e si deve cercare la miglior soluzione per il bene sociale superando l’egoismo individuale o di piccoli gruppi -; sia nella prassi relazionale – dove bisogna e si deve ricercare la giustizia indipendentemente dall’interesse personale e da chi ne sia il portatore -, e sia nell’ambito della conoscenza – con un confronto conoscitivo volto alla ricerca della Verità – superando ogni parzialità causata da punti di vista limitati.

Sensibilizzare al bene comune

La dinamica del bene comune è quella che deve gestire la società civile. É quella realtà che fa del mondo un luogo di relazioni ove si possano diffondere non solo produzioni e commerci, ma anche idee politiche improntate ad un ottimismo di fondo intese a portare felicità e benessere nelle persone. Tale dinamica è alla base di una convivenza civile e di una visione “buona” e “giusta” delle cose che ci circondano, come la natura, il lavoro, la giovinezza e la vecchiaia nella vita, un’economia rispettosa della persona umana senza sfruttamenti di sorta e nel rispetto dei diritti delle persone. In tale contesto non può non emergere una visione politica che porti a coniugare rispetto dell’altro, lavoro, idee, visioni politiche. La politica in questo senso dovrebbe essere in grado di porre della regole e degli argini all’invasione della vita economica sul complesso della società civile. Tale invasione avviene in nome del bene totale per il quale invece non conta più il bene di tutta la Persona Umana, ma la realizzazione di un contesto economico in cui inevitabilmente si darà spazio solo alla dimensione materiale sebbene essa possa essere apportatrice di gravi disuguaglianze e di gravi menomazioni delle risorse naturali. In questo senso la politica ha anche il ruolo di equilibrare le risorse create dalla vita economica, per esempio attraverso l’apporto fiscale, per salvaguardare la dignità di ogni essere umano ed il suo diritto a vivere degnamente ed ad essere partecipe delle risorse e dei servizi prodotti da tutta la società civile.

Rispettare le persone e le cose

Bisogna che la buona politica crei rispetto per la dignità non solo del lavoratore, ma del cittadino inteso come partecipante alla cosa pubblica in forza del suo essere persona che in ogni caso porta un contributo alla società . Gli inevitabili allontanamenti da ciò dati dalla delinquenza, ecc., sono sintomi ed espressioni patologiche di malattie a lungo trascurate e di atteggiamenti che non debbono essere tollerati, anche se per estirparli debbono essere prima capiti a fondo. A seguito di ciò c’è il rispetto delle cose, intese come lavoro eseguito, Natura, Ambiente e che rappresentano un bene a disposizione di tutta l’umanità presente e futura.

Essere diffusori di felicità

Come diceva Aristotele, con validità perenne, la società ha diritto alla felicità , non solo in termini antropologici, ma anche economico/politici. Il termine felicità comporta il ben-essere, fiducia nell’altro e nelle Istituzioni, amore per il sapere che crea benessere collettivo. Tutto ciò comprende la fiducia in sé stessi che logicamente contiene una grande opportunità per la società ove nessuno/a può essere escluso/a. Ciò significa anche aiutare i cittadini a confidare nelle istituzioni pubbliche e diffondere proposte positive sulla vita quotidiana, così da sconfiggere la paura diffusa e ricreare un clima di fiducia reciproca.

Ridare gusto al pensare e al fare bene che significa ridare spazio all’arte ed alla cultura

Oggi si pensa poco poiché sembra che conti il solo fare e solo alcuni sembrano essere abilitati, politicamente, al pensare. Ciò sta comportando che, con la fine delle ideologie, si è orfani di un pensiero/confronto individuale (non individualistico) che dovrebbe sprigionare idee e teorie in grado di far uscire la Persona Umana dai tanti tunnel da cui è chiusa. Ridare spazio al pensare vuol dire ridare spazio alla cultura in modo non settario, ridare spazio al bello del quale non siamo più circondati, rimettere al centro ogni persona con le sue caratteristiche, ridare spazio ad una democrazia partecipativa che non deve cadere nella demagogia… Tale realtà del “pensare e del fare bene” è la base della convivenza civile e dell’educazione della generazioni future. L’educazione,possibile solo in uno spazio di libertà , ha lo scopo di far emergere i talenti individuali di ognuno in modo da far trovare ad ognuno il giusto posto nella vita per il suo bene individuale e per il bene di tutta la società .

Avere la visione di un sistema economico e finanziario nuovo

La crisi che stiamo vivendo sta rivelando l’assenza drammatica di una dottrina economica in grado di dare risposte all’Uomo del XXI secolo. Sono, di fatto, quasi tutte fallite ed inapplicabili le teorie economiche costruite in circa tre secoli. Occorre pensare diversamente. La bramosia che si è celata dietro correnti economiche che hanno costretto all’uomo merce, hanno anche cambiato il senso dello Stato e della Democrazia. Oggi bisogna riscrivere queste pagine con delle nuove e iniziare a (ri)discutere su teorie sociali/politiche/economiche innovative, ma che abbiano il rispetto della tradizione storica d’ogni popolo. La realtà della divisione del lavoro di fatto fa che ognuno lavori per l’altro: comprendere i veri bisogni dell’altro diventa perciò la base di un sano agire economico. Comprendere, ancora, che l’azione economica non può che essere altruistica, in senso economico e non morale, è la base per costruire un nuovo sistema che superi il dogma dell’egoismo economico. In tale sistema confronti associativi tra i vari attori della vita economica, compresi i consumatori, dovrebbero coscientemente sostituire la “mano invisibile” di Adam Smith che non è più in grado, in un mondo di risorse limitate, di regolare i prezzi e la corretta ripartizione delle risorse tra i vari attori e settori della vita economica. Una base per tale azione è l’agire in Economia e nel Diritto per ridare nuova valenza al denaro come mezzo e non come fine. In una finanza etica le istituzioni finanziarie dovrebbero essere in grado quindi di far fluire il denaro prodotto dall’economia verso imprese e persone in grado di gestirlo e di renderlo attivo per il bene di tutti. Dovrebbero essere pensate e create istituzioni che facciano fluire il denaro nella vita culturale ed artistica, nell’educazione e nella ricerca in modo da creare nuove idee, nuove tecnologie e nuovi talenti umani per il futuro stesso dell’economia e di tutta la società civile.

Sensibilizzare all’ambiente e alle sue politiche

Oggi la situazione ambientale è fortemente a rischio e i dati sul futuro sono allarmanti. Occorre che la politica venga incontro delle esigenze sollevate sia dagli ecologisti e dagli scienziati ambientali e sia degli economisti che temono, alle volte in maniera preconcetta, che dare spazio alle politiche ambientali porti danno ad un’economia che fa andare avanti il mondo. Non dev’essere più così. La Politica deve tornare ad investire sul territorio. Sarebbe la riaffermazione di una vera Politica non soggetta solo ai voti ed al consenso immediato, ma al bene di tutti! Ma ciò non si può raggiungere se i cittadini non sono consci di ciò e idoneamente preparati: la cultura ed una relazione comunicativa devono essere ricercati e voluti. Ciò significa promuovere le energie alternative, il risparmio energetico, un sobrio uso delle risorse naturali, l’agricoltura biologica e biodinamica.

Condividere la ricchezza prodotta

Ai nostri giorni le asimmetrie di reddito presenti nella società sono assurde e immorali. Non c’è solo il rapporto Nord/Sud con le sue prevaricazioni, ma anche nel nostro occidente con l’aumento delle povertà relative. Ciò è anche per una pratica economica che agisce solo sulla creazione di ricchezza e non sulla condivisione della stessa. Così si dà spazio a quella cattiva pratica che vede l’Economia come governo di tutto, a scapito della Politica, in nome della ricchezza che produce. Non dev’essere così: la ricchezza va condivisa, non in modo collettivistico, e dev’essere una risorsa sociale per tutti con l’affermazione fondante della persona umana come amministratore e non come proprietario assoluto.

Essere cooperativi

Noi lavoriamo sempre con gli altri, per gli altri. Il lavorare è essere insieme, per lo stesso fine: creare le condizioni di vivibilità per le esigenze e le necessità di tutti. Vuol dire affermare quell’I Care che è il simbolo dell’inclusione non solo umana, ma anche culturale. Vuol dire lavorare col senso del lavoro e fare con il senso del pensiero, lavorare imparando ed imparare lavorando. Il fare rete, ossia lavorare insieme e in modo solidale e sussidiario, comporta il riconoscimento di tutti e l’aiuto di/per tutti. La valorizzazione delle capacità individuale nel lavorare insieme dovrebbero sostituire l’individualismo. Anche a chi non può lavorare o non ha un lavoro andrebbe garantito un salario minimo di sussistenza per salvaguardarne la dignità come Persona Umana ed il suo diritto all’esistenza limitando in tal modo anche i problemi sociali conseguenti.


Essere trasparenti

Essere aperti, puliti, essere mezzo e non fine: questo è quanto richies

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